Le tecniche di sequenziamento genetico di ultima generazione (NGS) e i nuovi farmaci di origine biologica danno nuove speranze ai pazienti con un tumore del sangue, ma queste innovazioni restano appannaggio di pochi perché ci sono troppe differenze assistenziali e non c’è ancora uniformità di accesso ai più elevati standard di cura sull’intero territorio nazionale. Per colmare questi divari ha preso il via il progetto ‘Bridge the gap’ che si è posto l’obiettivo di identificare le criticità esistenti nella gestione sia del paziente con malattia in fase acuta cher di quello lungo-sopravvivente per poi elaborare un Piano di intervento concreto. Il tutto coinvolgendo diversi stakeholder del settore, dagli ematologi, ai farmacisti ospedalieri, alle Associazioni dei pazienti, ai Medici di Medicina Generale. Se ne è parlato a Roma nel corso del Convegno Nazionale dal titolo “Un nuovo piano per una migliore assistenza dei pazienti con Neoplasie Ematologiche” realizzato da ISHEO, in collaborazione con “La Lampada di Aladino ETS”, con il patrocinio del Gruppo Neoplasie Ematologiche della Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (F.A.V.O.).
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