Ieri la presenza di un suo ministro della Salute sedeva ai tavoli dell’Oms, alla fine dell’anno la conferenza internazionale sul clima. Continua la riabilitazione del leader di Damasco, nella sostanziale indifferenza dell’occidente
La pazienza glaciale di Bashar el Assad si conferma la più micidiale delle armi a sua disposizione. Gli attacchi chimici lanciati contro i civili inermi, fra cui molti bambini, la distruzione di Aleppo patrimonio dell’Unesco, la scomparsa di centinaia di migliaia di dissidenti per mano del Mukhabarat, i suoi spietati servizi segreti. Con gli anni, tutto sembra essere dimenticato, sia in medio oriente sia in occidente. Il ministro della Salute del “macellaio” di Damasco ieri sedeva ai tavoli del quartier generale dell’Organizzazione mondiale della sanità di Ginevra. Sorrisi, incontri, strette di mano anche con il collega rumeno, paese dell’Unione europea da cui – coincidenza – viene anche il controverso Dan Stoenescu, capo della diplomazia europea a Damasco. Dal punto di vista di Assad, il momento più “esaltante” della sua riabilitazione internazionale è stato il ritorno nella Lega araba. Ma nei suoi piani, quello non è che il primo passo.
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