ROMA – Un’indagine dell’ISTAT, condotta nel 2018 con il Dipartimento Pari Opportunità, rilevava che il 59% della popolazione italiana tra i 18-74 anni, senza particolari differenze tra uomini e donne, si ritrovava (molto o abbastanza) d’accordo con almeno una delle seguenti affermazioni: “per l’uomo, più che per la donna, e? molto importante avere successo nel lavoro”; “gli uomini sono meno adatti a occuparsi delle faccende domestiche”; “è l’uomo a dover provvedere alle necessità economiche della famiglia”. Il 22% si diceva molto d’accordo. A fronte di questi dati e del perdurare degli stereotipi di genere, è evidente che la loro conoscenza e analisi sono essenziali per individuare le radici culturali, storiche, economiche e sociali che impediscono una piena parità tra uomini e donne e per valutare le azioni e le politiche necessarie per contrastarli.
Stereotipi di genere nell’educazione. Strategico il ruolo dell’educazione e la formazione fin dalla scuola dell’infanzia. Anche seguendo le indicazioni della Convenzione di Istanbul del 2011 sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne – ratificata anche dall’Italia – assume rilievo una proposta di legge organica per promuovere percorsi di accompagnamento nelle diverse fasi della formazione dai 3 ai 18 anni che stimolino nelle bambine e nei bambini, nelle ragazze e nei ragazzi, la capacità di riflettere su affettività, relazioni, sentimenti…
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