Da una parte c’è il tema del precariato che riguarda 2-3 milioni di persone (cui si aggiunge il lavoro nero sotto tante forme). Dall’altra c’è una questione del tutto diversa, relativa alla crescita dei salari e delle carriere, di giovani e meno giovani, che lavorano a tempo pieno. Esistono poche posizioni dirigenziali e sono pagate poco
L’approvazione del dl lavoro ci spinge a una riflessione più generale sul mercato del lavoro in Italia. Il problema delle diseguaglianze di reddito in Italia si può dividere in due parti diverse che richiedono interventi diversi. In Italia un l’allargamento delle diseguaglianze è dovuto alle ore lavorate e non ai salari orari. In altre parole, la diseguaglianza nei redditi da lavoro dipendente non aumenta tra i lavoratori che hanno carriere continuative e lavori full time ma è aumentata perché nel corso degli ultimi 30 anni sono entrati nella forza lavoro molti dipendenti con contratti precari e soprattutto molti contratti part time E’ quindi fondamentale non confondere i piani: c’è un tema del precariato che riguarda 2-3 milioni di persone (cui si aggiunge il lavoro nero sotto tante forme) e c’è un tema del tutto diverso che riguarda la crescita dei salari e delle carriere dei giovani e dei meno giovani che lavorano a tempo pieno.
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