A poche settimane dalla tumultuosa approvazione della riforma delle pensioni, l’iter della futura legge sull’immigrazione, che il governo francese giudica prioritaria e vorrebbe promulgare entro il prossimo autunno, rischia di trasformarsi in un’altra via crucis. Lo scorso 9 maggio, il primo ministro, Élisabeth Borne, ha incaricato il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, di trovare un compromesso sul disegno di legge con i suoi ex compagni gollisti, i Républicains (Lr), per evitare di dover ricorrere ancora una volta al 49.3, l’articolo-salvagente della Costituzione che permette di approvare una legge bypassando il voto del Parlamento e che è stato utilizzato lo scorso 16 marzo per far passare la riforma del sistema previdenziale. Borne ha dato un mese di tempo a Darmanin per portare a buon fine le negoziazioni, ma nel fine settimana, a sorpresa, i gollisti hanno presentato le loro controproposte, senza aspettare le consultazioni con il capo dell’Interno.
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