Lo scrittore israeliano parla ai manifestanti che contestano la riforma della giustizia: “Pensavamo di essere forti, ma questa crisi può farci bene”
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GERUSALEMME – C’era un’aria frizzante ieri alle otto del mattino, quando David Grossman è entrato nell’hotel Ymca di Gerusalemme. Camicia azzurra, maglione un tono più scuro, lo scrittore israeliano più conosciuto al mondo ha ordinato un cappuccino per scaldarsi e prendere la spinta per una giornata che già si annunciava lunghissima: come avviene ormai da tredici sabati, la parte di Paese contraria alla riforma della giustizia progettata dal governo Netanyahu è scesa in piazza ieri sera.
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