In Italia la regolamentazione degli appalti pubblici è un “cantiere” aperto da quasi 20 anni e costellato di continue modifiche normative e ripensamenti in corso d’opera. A partire dalle direttive europee del 2004 sulla materia, i tentativi di disciplinare le gare per i lavori pubblici sono stati molti, ma segnati spesso da scelte che hanno prodotto confusione, se non addirittura la paralisi del mercato. La riforma varata dal governo il 28 marzo apre quindi a nuove speranze per voltare pagina e, soprattutto, per cogliere l’occasione imperdibile e irripetibile di realizzare il Pnrr. Le condizioni sembrano esserci: il nuovo Codice degli appalti si ispira, infatti, a criteri di semplificazione, certezza delle norme e velocità dei procedimenti. Princìpi che il presidente di Confartigianato, Marco Granelli, ha salutato con favore sottolineando un aspetto fondamentale che in tutti questi anni è stato trascurato: “Consentire la partecipazione degli artigiani e delle micro e piccole imprese agli appalti pubblici. Si tratta di una condizione essenziale se si considera che rappresentano il 98 per cento delle aziende del settore costruzioni”. E nel nuovo Codice trova finalmente spazio quell’attenzione alle piccole imprese che Confartigianato sollecita da anni. A cominciare da una maggiore spinta alla suddivisione in lotti adeguati alla capacità economico-finanziaria delle micro e piccole aziende. Inoltre, la revisione dei prezzi delle materie…
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