l’intervista
L’artista inglese presenta la retrospettiva che il museo Guggenheim di Bilbao le dedica. Una selezione di 70 dipinti e diversi disegni a carboncino. E al Foglio racconta: “Scrivo su ciò che non posso dipingere e dipingo ciò che non posso scrivere”
Giuseppe Fantasia
01 apr 2023
Bilbao. Lynette Yiadom-Boakye ha imparato a dipingere “guardando i dipinti”. “La Storia – spiega al Foglio – è una risorsa, ma la cosa più importante è il potere che la pittura può esercitare nel tempo”. Siamo a Bilbao, all’anteprima di Nessun crepuscolo è troppo potente, la grande mostra che le dedica il Museo Guggenheim da oggi fino al 10 settembre prossimo, un altro modo per continuare a festeggiare i 25 anni del museo spagnolo – che in questi giorni è più luminoso che mai grazie a un sole e un caldo decisamente inaspettati e lontani da ogni previsione (ci sono 34 gradi) – e per omaggiare quest’artista inglese, nata nel 1977 a Londra da genitori ghanesi.Una retrospettiva davvero speciale a cominciare dall’allestimento, che arriva dopo Fly in the league with the night, l’altra mostra conclusasi da poco proprio nella sua città, alla Tate Britain, e alla collettiva Reaching For The Stars, a Firenze, a Palazzo Strozzi, visitabile invece fino al 18 giugno prossimo.
Quella di Bilbao – a cura di Lekha Hileman Waitoller – ha un’anima propria e, nel visitarla, si ha la…
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