Altro che versione “light” dell’ex presidente. La carriera, i discorsi e gli scritti che il politico di origini italiane ha lasciato come tracce in questi anni dicono un’altra storia. Adesso è a un passo dall’annunciare formalmente che sfiderà The Donald e tutto lascia pensare che sia l’unico tra i repubblicani a poterlo battere
Il confronto con i grandi della Storia può essere spietato, ma è un buon metro di misura per giudicare un politico. Soprattutto se si tratta di qualcuno che ha l’ambizione di presentare il proprio curriculum per essere assunto a fare il mestiere più difficile del mondo: quello di presidente degli Stati Uniti. Ron DeSantis deve aver pensato che il fatto di chiamarsi Ronald (anche se fin da piccolo il nome gli è stato abbreviato) fosse sufficiente per provare a paragonarsi all’omonimo Reagan. Per ora al governatore della Florida che sogna la Casa Bianca la scelta è andata male due volte. Da una parte ci sono i sostenitori di Donald Trump, che hanno cominciato ad attaccarlo definendolo un “Reagan Republican”. E questo rende già l’idea di cosa è diventata l’ala MAGA (Make America Great Again) dei repubblicani americani, se considera un limite e un’offesa il paragone con uno dei presidenti più amati del Ventesimo secolo. Dall’altra ci sono i repubblicani dell’establishment ridotti in minoranza, quelli che si riconoscevano in George W. Bush, John McCain e Mitt Romney, per i quali Ronald…
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