Il laser, usato per trattare la secchezza vaginale (o, più propriamente, la sindrome genito-urinaria) causata da alcuni dei farmaci più comuni per il cancro al seno, è sicuro. Però potrebbe non essere più efficace di un placebo. A sollevare il dubbio è un recente studio clinico pubblicato su Jama Network Open, che ha confrontato l’esito dei trattamenti effettuati con un laser CO2 frazionato e con un finto laser. La sperimentazione ha coinvolto 72 donne operate per tumore al seno e in cura con inibitori dell’aromatasi, farmaci che inibiscono la produzione di estrogeni in menopausa.
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Laser e placebo a confronto
Il laser in questione agisce provocando delle piccole lesioni sulla mucosa e stimolando così la produzione di collagene e una sorta di rimodellamento. Per verificare l’efficacia di questo trattamento, ricercatori dell’Università di Barcellona hanno diviso le pazienti in due gruppi: tutte hanno fatto una prima terapia con creme idratanti non ormonali e stimolazione vaginale; metà ha poi proseguito con il vero trattamento laser e metà con quello fittizio (gruppo placebo) per 5 mesi (un trattamento al mese).
Sono state valutate la funzionalità sessuale (misurata attraverso un indice, il Female Sexual Function Index), il grado di dolore durante i rapporti, il pH vaginale e la salute sessuale (attraverso un altro indice), la qualità di vita e la percezione dell’immagine del proprio corpo….
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