“The coach”, il maestro dei grandi, il padre padrone che ha portato il tennis a un livello superiore. Di qualità e di ossessione. Senza di lui non sarebbe esistito Andre Agassi e nemmeno Jim Courier, Monica Seles, Mary Pierce, Boris Becker, Maria Sharapova
Era un campo di pomodori a Bradenton, Florida. Nick Bollettieri nella vita aveva già fatto di tutto, venditore di limonate, guardia del corpo, lavamacchine, infine il maestro di tennis. Per lui era un modo come un altro per fare soldi, tutti potevano essere coach. “Se può farlo chiunque, puoi riuscirci anche tu”, gli disse suo padre. Nel 1956 chiedeva tre dollari all’ora, nel 2014 i dollari erano diventati novecento. Un po’ tanto per una lezione, ma nel frattempo Bollettieri era diventato The coach, l’inventore dei campioni, il maestro dei grandi, il padre padrone che ha portato il tennis a un livello superiore. Di qualità e di ossessione. Senza di lui non sarebbe esistito Andre Agassi e nemmeno Open, l’autobiografia che racconta ciò che c’è dietro la vittoria di uno Slam, l’amore per quello che fai, l’odio per quello che fai, che a volte è più potente dell’amore e comunque ti tiene in piedi.Era il 1984 e Mike Agassi aveva visto un servizio sull’Accademia nata al posto del campo dei pomodori e sul suo fondatore, definito aguzzino, tiranno. “Buongiorno signor Bollettieri, voglio che lei diventi il coach di mio figlio”. Il resto è letteratura oltre che…
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