Mi sono chiesto, guardando la partita tra Musetti e Alcaraz, quanto delirio vi fosse nella prestazione dell’italiano. Quanto cieco fosse ogni suo colpo, quanto scomposto, casuale, istintivo e per questo sublime. Sembrava di assistere all’opera di un artista sensoriale, assorbito da uno slancio vitale, operante per sé, come si dice, e non in funzione di qualcosa o qualcuno oltre a lui, in questo caso l’avversario. Il quale, a tratti, assisteva stupito, in certi momenti stupido (senza offesa, solo per rimarcare lo smarrimento), al gioco incongruente del toscano. Quella di Musetti è stata la classica partita che non si spiega, e quando questo accade, siamo spesso di…
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