Nella scena clou di “Gli anni più belli”, uno di quei film di Gabriele Muccino che ci rappresentano nella versione gridata ma anche un po’ veritiera di noi stessi, ci sono i tre amici d’infanzia che si ritrovano alla mezza età, tutti così disillusi, corrotti e disincantati da non poter fare altro che prendersela con le nuove generazioni e i loro sogni. “Mia figlia nun me parla gnanche ppiù, me manna le faccette”, dice Pierfrancesco Favino, avvocato di successo e di ogni obliquità. Ce l’ha coi giovani pure Claudio Santamaria, padre, attore e persino grillino fallito perché nonostante la militanza stretta (“aho, i social hanno dato voce a ggente che nun…
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