Per un caso, nel 1986 ho firmato col cognome di mio marito. Mi piaceva, con tutte le sue doppie e le sue vocali piene, me lo sono tenuto. So what? Da quando la fluidità di genere forse sì e quella anagrafica assolutamente no?
Passati circa trentasei anni, l’hanno imparato quasi tutti. Studenti, uffici stampa, amici. “Allora prenotiamo al tuo nome vero, giusto?”. “Sì, grazie, altrimenti non mi fanno salire sull’aereo”. In quel caso, ma solo in quello, devo rassegnarmi al mio cognome di nascita e attenermici. Perché non mi chiamo Fabiana Giacomotti, ma Maria Fabiana Cantalupi (più altri due eventuali), “detta” Fabiana Giacomotti (più uno…
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