In un precedente articolo su questo giornale (15 luglio) ho argomentato che la spinta inflazionistica che colpisce quasi tutti i paesi avanzati precede la guerra contro l’Ucraina e ha ben poco a che fare con la guerra o con il coinvolgimento dei paesi della Nato, via sanzioni o invio di armi. Ho anche mostrato che dall’inizio della guerra i prezzi della maggior parte delle materie prime non sono aumentati, ma sono diminuiti, pur rimanendo su livelli storicamente molto alti. Purtroppo, la stragrande maggioranza della popolazione, non solo in Italia, è convinta del contrario e pensa che l’inflazione sia una conseguenza del nostro coinvolgimento nelle guerra. A questa…
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