Entrare nel campo della scrittura – mi ha detto qualche mese fa, molto lucidamente, un ragazzo “maturando” – significa entrare in un territorio umano. Interiore, intimo. Gli ho chiesto se è un passo che fa paura. Ha risposto: la società sembra volerti spingere altrove. La stagione in corso non ti mette sul binario giusto per scrivere, ti mette su altri binari, dove si corre veloci e di parole ne bastano poche, pochissime.
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