Forse qualcuno lo ricorderà, ben prima che il governo Draghi rischiasse di cadere per le scempiaggini grilline sul termovalorizzatore di Roma aveva rischiato la stessa fine, nel maggio scorso, quando la destra sovranista, per una volta quasi unita, minacciò di affondare lo strategico (per il Pnrr) ddl Concorrenza per difendere gli atavici privilegi castali delle concessioni balneari. All’epoca Giorgia Meloni tuonava: “Il governo svende le aziende italiane alle multinazionali”, signora mia qui arriva l’Uber dei bagnini; mentre Matteo Salvini chiedeva che la famigerata revisione delle regole per le licenze fosse prorogata di qualche anno. Finì con una riforma…
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