Nell’articolo di Giulia Pompili sul Foglio del 4 settembre è stato ben illustrato il dilemma in cui il governo italiano si dibatte da mesi: sapere di dover uscire dall’accordo strategico stipulato cinque anni fa con la Cina (il memorandum d’intesa sulla collaborazione nell’ambito della nuova “Via della seta”) e al tempo stesso di dover fare il possibile per evitare i danni che ne possono derivare sul piano politico ed economico. La Cina è tornata a essere una grande potenza, politica oltre che economica, e si può quindi comprendere che il governo si sforzi di non indispettirla, pur dovendo tenere conto non solo dell’insoddisfazione degli alleati americani, ma anche delle critiche mosse al governo cinese dalla presidente della Commissione europea, nel discorso del 30 maggio.
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