“La lotta alla criminalità minorile va combattuta innanzitutto con la prevenzione”, dice Carla Garlatti (Agia). “Il minore non può essere trattato come un adulto. L’ho sentito dire ed è una frase che mi fa accapponare la pelle”
“Un inasprimento sanzionatorio del sistema penale non è la direzione corretta per affrontare la criminalità minorile. Punire e basta non serve. La sanzione nei confronti del minorenne deve essere sempre accompagnata da un’attività educativa, che deve avere la prevalenza”. Lo afferma, intervistata dal Foglio, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, commentando l’adozione da parte del governo del cosiddetto decreto Caivano. Il provvedimento contiene una serie di misure che inaspriscono le sanzioni contro la criminalità giovanile e anche l’abbassamento da nove a sei anni della pena minima perché un minorenne possa essere sottoposto a misura cautelare in carcere. “Il minore non può essere trattato come un adulto. L’ho sentito dire ed è una frase che mi fa accapponare la pelle”, aggiunge Garlatti.
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