Il principale artefice dell’abisso contabile da 70 miliardi nel bilancio pubblico,difende il credito fiscale al 110 per cento sciorinando numeri a caso o inventati. Le stime di Nomisma sulla crescita e del Censis sul gettito non sono attendibili
Giuseppe Conte è tornato a dare i numeri sul Superbonus. Proprio mentre il paese inizia a rendersi conto dell’abisso contabile da 70 miliardi di euro prodotto dai bonus edilizi, il premier che ha aperto questa voragine nel bilancio pubblico torna a difendere il credito fiscale del 110 per cento sulle ristrutturazioni sciorinando numeri a caso. Prima ha detto che “secondo l’Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb) il 40% delll’11% di crescita (del biennio 2021-22, ndr) è dovuto al Superbonus”. È un’affermazione completamente inventata. L’Upb è stata una delle istituzioni più critiche sul bonus edilizio e in una relazione di marzo 2023 presentata al Parlamento ha calcolato che il contributo alla crescita dell’investimento in costruzioni residenziali indicato dall’Istat per il 2021-22 è stato di 2 punti percentuali, di cui solo “la metà è ascrivibile all’incentivo fiscale”. L’1% del pil in due anni, meno del 10% della crescita cumulata.
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