L’autostrada A4, con le sue diramazioni A21 e A23, corre lungo l’asse padano, da est a ovest e da ovest a est, incontrando città che fanno parte dello scheletro produttivo del paese, tra cui Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Verona, Padova, Vicenza, Udine. Chi è sul territorio, come i sindaci che quelle città governano (sindaci di centrosinistra, nei luoghi citati), sa che non si può perdere ora l’opportunità di rinsaldare il rapporto con i ceti produttivi – in molti casi non schierati a destra (e se ne è avuta la prova anche a Cernobbio). Che cosa chiedono i ceti produttivi idealmente posizionati lungo la A4 al governo, ma anche a un’opposizione che in questi mesi ha spesso messo al primo punto dell’agenda altri temi (i diritti civili, per esempio), rispetto a parole come infrastrutture, tasse, sviluppo, crescita, in un momento in cui la congiuntura economica e i progetti targati Pnrr da realizzare impongono pragmatismo? “Intanto credo che il tema di fondo sia essere credibili, di fronte a chi lavora, investe e produce”, dice Stefano Lo Russo, sindaco pd di Torino che alle primarie dem ha sostenuto il governatore emiliano Stefano Bonaccini e che ora, dal Comune, guarda le cose dalla prospettiva di chi conosce doléances e proposte di cittadini e aziende che rischiano in proprio. “La politica deve recuperare due cose: credibilità e coerenza: nel pensiero, nella parola e nelle azioni. Bisogna dire la verità su quello che si può fare…
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