Dentro l’Unione europea gli attacchi di Matteo Salvini e Antonio Tajani a Paolo Gentiloni sono passati quasi inosservati. Un po’ perché portano la chiara etichetta di “politica interna”, dice un funzionario europeo. Un po’ perché definirlo anti italiano o falco del rigore “sono accuse risibili”, come dice un’altra fonte. Eppure qualcuno interpreta il gran cancan contro il commissario all’Economia in un modo più sottile. Non è solo l’inizio della campagna elettorale per il 2024. E nemmeno una manovra del leader della Lega di prendere le distanze dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Potrebbe essere un sintomo di debolezza del governo e della maggioranza a Roma in vista delle difficoltà dell’autunno”, spiega un terzo funzionario. C’è il documento programmatico di bilancio 2024 da presentare entro il 15 ottobre che, con un calo del deficit meno significativo di quanto previsto in primavera, potrebbe andare incontro a un giudizio severo. C’è da ottenere l’esborso della quarta rata del Pnrr e il via libera alla modifica del piano, che non sono scontati come lascia intendere il governo. C’è il negoziato sulla revisione del Patto di stabilità e crescita, nel quale il vero muro contro cui Giancarlo Giorgetti andrà a sbattere è il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, con il sostegno del vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis. C’è infine la ratifica del nuovo trattato del Mes, che…
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