La Lega ha preso una batosta in casa sua, ma è ancora lontanissima dall’abisso (di consensi) dell’era Bossi. Il leader del Carroccio resterà in sella, se non altro per mancanza di sfidanti
“Como sette per cento, Monza otto, Pavia quattro, Genova e Verona sei, Padova sette”. Il rosario triste, per il cronista di Repubblica, lo sgrana Roberto Castelli, “l’ingegnere” che fu ministro della Giustizia (l’unico negli ultimi decenni ad avere avuto il coraggio di sfidare la super casta di Csm e Anm) e che soprattutto è rimasto un vero leghista d’antan, uno interessato solo all’autonomia della sua Padania. E del resto solo lui, o qualcuno come lui…
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